lunedì 2 giugno 2008

Il problemi degli Italiani

Il 14,6% degli italiani arrivano “con molta difficoltà” alla fine del mese’, il 28,4% non puo’ avere una spesa imprevista di circa 600 euro. Il 66,1% dichiara di non riuscire a mettere da parte risparmi, il 13% ha un mutuo e paga una rata di 559 euro al mese in media. Sono le famiglie in cui sono presenti figli minori e quelle composte da persone sole quelle più esposte a condizioni di disagio e più spesso in ritardo nei pagamenti. Inoltre tra le famiglie che pagano un mutuo ben il 61,1% considera pesante, spiega l’Istat, il relativo carico finanziario e la metà degli affittuari giudica onerose le spese per l’affitto. Il 47,4% reputa pesanti le spese generali per la casa e il 45,8% giudica gravosi i debiti diversi dal mutuo. Famiglie che, spiega l’Istat, nel 2005 hanno guadagnato per il 50% meno di 1.900 euro al mese. Inoltre nel 2006, rispetto all’anno precedente risultano più elevate le percentuali di famiglie con 5 o più componenti che dichiarano difficoltà ad arrivare a fine mese (23,8% rispetto al 22,5% del 2005), di essere in arretrato con le bollette (22,1% contro il 20,4% del 2005) e di non poter sostenere una spesa imprevista (34,7% rispetto al 33,5% del 2005). E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat che, in base ai dati 2006, sottolinea come la percentuale di famiglie che trova difficile sbarcare il lunario ogni mese sia aumentata anche al Nord (10,7% contro il 9,9%). La casa si conferma uno dei beni a cui gli italiani tengono di più. Sono infatti ben otto su dieci le famiglie che vivono in case di proprietà. Quelle che vivono in affitto sono invece il 18,2% su scala nazionale concentrate maggiormente nei centri delle aree metropolitane, dove rappresentano il 27,5% del totale. É il quadro tracciato dall’Istat nel Rapporto annuale 2007 che sottolinea come l’affitto è maggiore tra le famiglie con redditi più bassi: la quota di famiglie affittuarie è del 36,2% tra le famiglie più povere contro il 7,2% tra quelle più ricche. Sono comunque le famiglie di più recente costituzione e quelle composte da un solo genitore a vivere più frequentemente in affitto, fenomeno diffuso nel 35,6% delle famiglie di single con meno di 35 anni e nel 22,4% delle coppie giovani senza figli nella quali la donna ha meno di 35 anni. Si tratta, spiega l’Istat, di tipi di famiglia che dispongono di minor accesso al credito per l’acquisto della prima casa.

martedì 13 maggio 2008

Discorso di Tabacci alla camera

Intervento odierno di Bruno Tabacci alla Camera dei Deputati alla presentazione del Governo Berlusconi quater:Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, le riconosco garbo e gentilezza, ma ciononostante le debbo spiegare perché non posso votarle la fiducia. Infatti, sono parte di una opposizione minoritaria di centro che lei in fondo fatica a riconoscere, perché pensa di rappresentarla. Forse preferisce quella ombra di Veltroni.Lei passerà alla storia per aver superato l'impianto parlamentare della nostra democrazia, facendoci però correre il rischio di una deriva un po' sudamericana. Un sistema presidenziale senza contrappesi istituzionali: questo è il suo nuovo parlamentarismo, già sperimentato in questi anni con l'elezione diretta dei presidenti delle regioni. Invito i colleghi ad andare ad accertare come si svolge il processo legislativo all'interno delle assemblee regionali: si esalta la funzione di governo e la funzione legislativa diventa ornamentale. Questa è la sua dialettica istituzionale.Per questo oggi, forte del risultato elettorale, riconosce finalmente il ruolo del Capo dello Stato e ribadisce la subalternità del Parlamento rispetto al suo Governo e, magari, si sceglie pure l'opposizione.Io mi inchino rispetto al risultato elettorale, ma rivendico il dovere di segnalare la vera natura del suo Governo. Il suo discorso di oggi è stato indubbiamente abile, glielo riconosco. Ma noi la conosciamo altrettanto bene. In questi quattordici anni, il Paese, invece di andare avanti, è purtroppo andato indietro, non è cresciuto, ha perso speranza, si è attorcigliato nelle corporazioni, ha creduto più nella furbizia, che nel senso del dovere e della responsabilità.Leggendo il suo programma di Governo - non quello che lei ha rappresentato oggi, che era un discorso carico di abilità parlamentare -, si vede la mano di Tremonti, emerge un rigurgito di colbertismo: più Stato per difenderci dalla globalizzazione. Si offre protezione. È il pensiero debole degli amici leghisti, i quali hanno fra l'altro hanno invece delle opinioni molto aggressive in altri campi: più quote e dazi per difendere le nostre produzioni dalla concorrenza asiatica. Tutto ciò si salda con il suo stile gentilmente monopolista.Tuttavia, l'Italia ha bisogno di uno Stato più forte per battere le corporazioni e le rendite diffuse, creando più concorrenza. Non si tratta certo di sostituirsi al mercato, ma di esaltare la sua funzione di misuratore di efficienza, per creare risorse da destinare ai più deboli. Si ripropone anche nel programma uno scetticismo pericoloso nei confronti dell'Europa. Se non fossimo stati stimolati dall'Europa, saremmo ancora più un fanalino di coda e quel poco di concorrenza che c'è in Europa la si deve alle iniziative di Bruxelles e alla positiva esperienza del commissario Monti sul versante dell'apertura ai mercati.Per fortuna abbiamo l'euro in tasca, altrimenti correremmo il rischio jugoslavo. Ma se il nuovo Berlusconi non avesse perso né il pelo e né il vizio e fosse rimasto quello del 1994, cioè un finto liberalizzatore, un po' monopolista (Crozza direbbe: ma anche monopolista), deciso a difendere lo spazio degli interessi particolari con le unghie e con i denti, contagiando su questa strada magari anche l'idea del Governo ombra, vorrebbe che il duopolio dell'informazione televisiva diventasse il canovaccio del bipartitismo all'italiana. Berlusconi venda una rete Rai e tolga il tetto e il canone e apra il mercato pubblicitario come si deve!Non è un caso se sull'altro fronte il programma di Veltroni e del Governo ombra per molti aspetti appare analogo o copiato, come direbbe lei. Ecco perché c'è bisogno di un centro riformatore che spieghi agli italiani che senza riforme strutturali non si va da nessuna parte. Questo dovrà fare l'Unione di Centro sul piano parlamentare.Lei cerca di rassicurare il suo blocco sociale con la protezione, così, invece di prospettare al Paese una fase coraggiosa, ne prospetta una difensiva.Quando l'Italia ha adottato quelle politiche, si è ritirata dalla sfida mondiale; l'esempio della FIAT è emblematico: quando chiedeva protezione è uscita dal mercato, quando ha accettato la regola del mercato è diventata un elemento di raffronto della moderna politica industriale. Ora, per fortuna, vi è un tessuto solido di imprese che ha scelto di rischiare nella competizione mondiale: è questa la grande speranza! Il diritto di crescere economicamente e socialmente è unitamente connesso al dovere di rischiare e di mettere in discussione le nostre presunte certezze.Ora, lei indica la necessità di avere ottimismo e di dimostrare uno spirito di missione, ma più che dell'usato sicuro della furbizia abbiamo bisogno del nuovo, costruito sul sacrificio della sfida, dell'innovazione e della responsabilità personale.Io, pur non votandole la fiducia, giudicherò il suo Governo dalle questioni concrete. Il caso di Alitalia - che lei oggi ha sorvolato - è un elemento che non può non creare un grande imbarazzo: lei ha affermato che, da un lato, non la vuole svendere, dall'altro, non la vuole ripubblicizzare, ma Alitalia deve essere risanata; il prestito ponte a cui ha fatto riferimento avrebbe avuto una sua ragione di essere se fosse stato legato a una richiesta di amministrazione straordinaria da presentare in Europa ai sensi della cosiddetta legge Marzano, così come si è fatto per il caso Parmalat. Ciò avrebbe reso possibile una ristrutturazione industriale, togliendo il potere di veto alle nuove sigle sindacali che oggi ancora dominano Alitalia.Riguardo alla sicurezza e all'immigrazione, non vorrei che quello che state proponendo fosse un manifesto: il reato penale di immigrazione clandestina va messo in connessione con il reato penale di organizzazione del lavoro sommerso; non si sfugge da questa regola (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Quando in un Paese vi sono 3 milioni e 500 mila lavoratori in nero, di cui tre quarti sono extracomunitari, a nessuno è consentito di tenerli a lavorare in nero, pagandoli quattro euro all'ora e, magari, alla sera di andare al bar a pontificare sul perché dobbiamo liberarcene! Ma liberarci di cosa? Se questi lavoratori se ne andassero, l'economia sarebbe in ginocchio ilPag. 40giorno dopo! Quindi, non scherziamo su tali questioni; separiamo il tema della sicurezza (per cui i delinquenti vanno messi in condizione di non nuocere) dalla demagogia intorno alle problematiche del lavoro.E così sull'ICI, le tasse e il federalismo fiscale. Lei ha fatto un accenno al problema dell'evasione, ma in questi anni, in alternanza Visco e Tremonti, non hanno neppure lontanamente scalfito tale evasione: il 30 per cento dell'economia italiana è in nero e le attività quotidiane sono prevalentemente in nero. Se non si introduce il principio del contrasto di interessi - non un finanziere sulla testa di ognuno di noi! - è impensabile che si riesca a incidere su quella montagna di sommerso che è all'origine della riduzione della base imponibile del Paese, se la base imponibile del Paese determina condizioni di ricchezza che vanno a danno dei più e provoca un allargamento delle fasce di povertà.La vorrò vedere all'opera sulle liberalizzazioni e sul nuovo capitalismo municipale. Ho letto delle interviste un po' preoccupanti al Ministro dell'interno sul neostatalismo localista: cosa vuol dire? Vuol dire che ciò che si è privatizzato al centro, ora si ripubblicizza in periferia? Che senso ha che province e i comuni gestiscano le autostrade: lo fanno come lo fanno i Benetton, sono dei nuovi monopolisti. È questa la logica con cui si pensa di affrontare il nodo del capitalismo locale?Riguardo alle riforme istituzionali e alla legge elettorale: non vada avanti sulla strada di questo schema bipartitico, potrebbe essere un elemento sul quale inciamperà!Quando in una realtà economica e sociale come la nostra i migliori rendimenti sono conseguiti grazie a posizioni di rendita, dovute a regolazioni restrittive, a privilegi clientelari, all'evasione fiscale, alla corruzione o alle relazioni politiche, possiamo aspettarci che aumentino gli investimenti per padroneggiare e perfezionare abilità e competenze che producono i più abili speculatori, mediatori, lobbisti, evasori e corruttori.Come mai nel tessuto del Paese non c'è la tendenza a mettere in un angolo, ad esempio, coloro che si sono arricchiti attraverso la strada dell'insider trading, ma è anzi diventato un gesto di furbizia? Chi ha fatto i soldi aggirando la legge o facendo un uso strumentale di informazioni riservate, magari di società quotate, è diventato un furbo, un esempio da seguire,Pag. 41un elemento al quale guardare con una sorta di ammirazione. Questo è il Paese che non voglio e che ha di sé un'idea sbagliata.La sua missione sarebbe quella di ripristinare l'equilibrio tra diritti e doveri, ma per farlo occorre la credibilità necessaria.Mi permetto di avvertirla con la stessa gentilezza con cui lei ha parlato: non le basterà guardare a sinistra, non sarà sufficiente riconoscere il ruolo di Veltroni (lo affermo senza nessuna invidia). Dovrà cambiare il passo in maniera radicale rispetto agli altri sei anni dei suoi Governi (non è per la prima volta, infatti, che lei è alla guida di un Governo). Se lei farà bene - lo vedremo - noi glielo riconosceremo e lei potrà dar colpo alla spina nel fianco di cui è riuscito a liberarsi. Se invece andrà male - e mi dispiacerebbe molto per il mio Paese -, forse la spina nel fianco avrà avuto ragione e si aprirà una fase diversa.(Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).

giovedì 17 aprile 2008

RISULTATI ELETTORALI IN TRENTINO

Il dato che balza di più all'occhio è l'ascesa della Lega Nord, voto di protesta ma non solo.
Alla Camera i risultati sono:PD 32.30 %, PdL 27,44, Lega Nord 16,44%, UDC 6,41%, Italia dei Valori 4,88%, SVP 4,75%, Sinistra l'Arcobaleno 2,96%, La Destra 2,33%.
Al Senato:
Collegio di Trento: PdL 40,88%, SVP Ins. 38,30%, UDC 8,97%, Sinistra l'Arcobaleno 8,78%, la Destra 3,06%;
Collegio di Rovereto: SVP Ins. 40,20%, PdL 38,13%, Sinistra l'Arcobaleno 9,20%, UDC 8,37%, la Destra 4,10%;
Collegio di Pergine: PdL 42,00%, SVP Ins. 37,39%, UDC 9,34%, Sinistra l'Arcobaleno 7,97%, la Destra 3,31%.

venerdì 11 aprile 2008

Dio al centro dell'universo

...Il pelagianesimo, eresia propria del nostro tempo, che esalta il potere dell'uomo e riduce Dio ad una specie di contabile delle buone opere, porta a ritenere la politica capace di salvare l'uomo senza bisogno di valori, ma solo di tecnologie ed astuzie.Inoltre, quando non ci sono più valori oggettivi, si va verso la dittatura della maggioranza. E come Pilato, con un "sondaggio" si decide qual è la verità, la cosa da farsi.La logica bipolare abbassa la qualità della politica, perchè non c'è spazio per l'identità di chi partecipa a questi grandi fritti misti. Bisogna portare in politica un'identità costruita attorno ai valori che hanno reso grande la società occidentale, a ritenerli non propri, ma valori dell'umanità.Grande importanza ha per la Chiesa il dire le stesse cose sui valori non negoziabili, da parte di tutti i cattolici, indipendentemente dall'appartenenza di schieramento politico. Su questi temi la politica non può essere compromesso. La libertà di coscienza va esercitata nel senso di scegliere per il bene, non di accettare il minor male comune. Se non ci sono più verità, ma solo opinioni, si va avanti solo per emozioni. Questo è un tempo di semina per tutti noi. Il valore va testimoniato anche a costo dell'ignominia...
Tratto da una relazione di don Bruno Fasani

mercoledì 9 aprile 2008

Casini sbaglia se pensa che sono rientrato nell'Udc. O l'Unione di Centro è l'inizio di una cosa nuova e molto diversa o si troverà presto davanti una

Spiace dover constatare che l’on. Pierferdinando Casini ha fatto una ricostruzione strumentale a Porta a Porta del processo che ha portato alla formazione dell’Unione di Centro, nata dalla convergenza tra Udc, Rosa Bianca, ex Popolari e circoli Liberal della cultura laica. Non si può affermare che Tabacci e Baccini sono rientrati nell’Udc. La Rosa Bianca di Tabacci, Baccini e Pezzotta nasce per affermare le ragioni del centro proprio mentre l’Udc intendeva ricostruire il centro-destra con Berlusconi. Solo la chiusura di Berlusconi a Casini ha obbligato il riposizionamento dell’Udc. Ciò nonostante, e per favorire il centro, ho fatto un passo indietro nella candidatura alla Presidenza a favore di Casini. Gli elettori sono attratti dall’Unione di Centro proprio perché si tratta di una cosa diversa dall’Udc. Non vorrei che Casini invece, con furbizia, intendesse con la sua interpretazione offerta a Porta a Porta, intestarsi da solo il buon risultato elettorale atteso, perché così facendo vedrà rifiorire subito la Rosa Bianca.

lunedì 7 aprile 2008

Comunicato di Bruno Tabacci

Cari amici,
quella appena trascorsa è stata una settimana elettorale molto intensa. Abbiamo lanciato la costituzione dei comitati comunali per la Rosa Bianca e moltissimi moduli sono già stati scaricati via web per cui ci attendiamo che presto nascano nuovi comitati in tutta Italia. Domani ad esempio sarò in Puglia e so già che da Lecce arriverà una sorpresa che farà molto piacere a tutti. Nei giorni scorsi ho girato in lungo e in largo il centro Italia, sia sulla costa adriatica che su quella tirrenica. Al ritmo di cinque-sei incontri al giorno ho visto e conosciuto moltissime persone che stanno lavorando per la Rosa Bianca, per aprire una prospettiva nuova dal centro per la politica italiana dopo le elezioni del 13 e 14 aprile e per un successo elettorale dell’Unione di Centro alle prossime elezioni. Ogni giorno ho ricevuto dalla base la conferma che sono sempre più numerosi i cittadini delusi dal duopolio e che guardano al centro come una speranza di rinnovamento della politica italiana.Uno degli appuntamenti più belli ed emozionanti è stato quello di Bologna. Sono stato accolto da tantissime persone che portavano orgogliosamente una rosa bianca tra le mani o nel taschino della giacca e non vi nascondo che questo mi ha fatto davvero piacere. E a Bologna ho pronunciato un discorso che ritengo contenga alcuni elementi importanti. A Bologna, molti comprenderanno facilmente perché proprio in quella città, ho voluto dire per il dopo 13 aprile quali sono i nostri progetti, cosa sono disposto a fare e cosa non sono disposto a fare. Poiché credo che in politica la chiarezza sia un valore necessario, ho ritenuto di parlare per tempo. Grazie ad un amico della Rosa Bianca emiliana abbiamo il video di quel discorso . E’ piuttosto lungo ma vi invito a vederlo e, se ritenete, a commentarlo. Un’ultima piccola notazione sulle parole che ascolterete nel video: a un certo punto ho citato le regioni in cui l’Unione di Centro a mio avviso supererà l’8 per cento. Tra queste ho citato anche la Sicilia. La mia è stata una notazione tecnica perchè, come sanno coloro che frequentano questo blog e leggono i giornali, la Rosa Bianca in dissenso dalle modalità di formazione delle liste dell’Unione di Centro in Sicilia non ha candidato nessun esponente.Intanto, ora che sta per iniziare l’ultima settimana di campagna elettorale, invito tutti a moltiplicare gli sforzi per un successo del centro. E uno sforzo particolare lo richiedo agli amici romani. A Roma per il Comune e la Provincia il simbolo della Rosa Bianca corre libero. Come sapete per sostenere il nostro candidato sindaco Mario Baccini, ho deciso di fare il capolista al Comune. Con Mario ho preparato questo spot radiofonico che da lunedì sarà in onda sulle principali radio romane. Lo metto a disposizione qui perché lo possiate diffondere a tutti i vostri amici e conoscenti di Roma. I primi che possono dare un sostegno sono i blogger romani che il 2 aprile hanno costituito il comitato dei blogger rosa@roma. Invito tutti i frequentatori ed esperti della rete in tutta Italia a fare altrettanto: internet è e sarà sempre di più uno dei punti di forza principali e distintivi del nostro movimento. Lo slogan che ho scelto per lo spot è: Cambiamo l’Italia. Si comincia da Roma. Grazie per quello che state facendo e per quello che potrete fare

domenica 30 marzo 2008

L’amaro anniversario dell’ANFFAS

Questa è la politica sociale italianaIl 30 marzo 2008, nelle principali piazze italiane l’Anffas festeggia i suoi 50 anni di vita, donando una rosa blu.Sono dunque cinquanta gli anni trascorsi dal momento in cui, i familiari di portatori di Handicap, si misero insieme per aiutarsi a fronteggiare le difficoltà che tocca affrontare quando si ha un figlio disabile.Abbiamo titolato che si tratta di un amaro anniversario perché c’è poco da festeggiare, quando dei cittadini, già penalizzati dalla sorte, si trovano a dover supplire alle persistenti mancanze dello Stato.Gli anniversari servono anche per riflettere sul perché delle cose. Sono ormai moltissime le associazioni di volontariato che sono sorte ed agiscono per sopperire alle gravi mancanze delle Istituzioni nazionali e locali che, continuano a non dare attuazione a quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana. Ed è assurdo che ci sia la necessità di ricordarglielo, che si sia, ancora oggi, dopo 50 anni costretti a supplicare per avere il rispetto di un diritto sancito dalla legge fondativa di questa Repubblica. E, allora, andiamolo a leggere l’articolo 3 della Costituzione:Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Questo sancivano i padri della Repubblica. Ancora oggi, leggere questo articolo della nostra Costituzione, ci riempie di orgoglio per essere cittadini italiani. Dobbiamo però registrare che, ancora oggi, l’applicazione di quei principi è disattesa e, associazioni come l’Anffas sono sorte e continuano ad operare con grande difficoltà proprio per svolgere una funzione di supplenza che non doveva avere ragione di esistere.I cittadini devono sapere che lo Stato, tramite l’Inps, si limita ad erogare ad una persona con gravi disabilità, un assegno mensile di 250 euro e che, per ottenerlo deve dimostrare di non avere redditi la lavoro e di essere iscritta nelle liste speciali di collocamento, come se quelle liste servissero a qualcosa. Dunque, per lo Stato italiano, un cittadino, inabile al lavoro, dovrebbe vivere con 250 euro al mese, non solo, alla morte dei suoi genitori non avrà diritto alla pensione di reversibilità, anche se gli viene riconosciuta una disabilità del 99%.
La sicurezza la si propone, permettendo ai cittadini di avere un adeguato reddino che permetta ad essi di vivere dignitosamente.